Sunday, January 15, 2012
Thursday, December 9, 2010
Appello NON UNO DI MENO
Scarica l'appello per la cittadinanza ai bambini nati in Italia figli di genitori stranieri e per l'abolizione della norma sul tetto del 30% di bambini italiani nelle classi.
Sarà possibile firmare l'appello nel corso delle proiezioni del film, altrimenti puoi stampare l'appello e spedirlo firmato al seguente indirizzo:
Asinitas onlus, via Minturno 57, 00177 Roma
APPELLO “NON UNO DI MENO”
Promotori:
Osservatorio antirazzista Pigneto/Prenestino, Associazione Progetto diritti, Asinitas onlus.
L’attuale legge sulla cittadinanza in vigore in Italia oltre ad essere tra le più restrittive d’Europa rivela il suo aspetto discriminatorio in particolar modo riguardo ai bambini di origine straniera nati sul territorio nazionale. Dopo essere nati e cresciuti qui al pari dei nostri figli, debbono aspettare il compimento del diciottesimo anno di età e compiere estenuanti trafile burocratiche e infiniti tempi di attesa per il riconoscimento legale di un loro naturale diritto, quello di vivere, crescere e immaginare il loro futuro nel luogo dove sono nati.
Una recente disposizione del Ministero dell’Istruzione prevede un tetto percentuale del 30% per gli alunni di origine straniera all’interno delle classi, di qualsiasi ordine e grado dalla scuola d’infanzia alla scuola superiore, senza specificare se il provvedimento debba riguardare i bambini nati in Italia al pari di quelli arrivati con la propria famiglia da poco tempo, senza specificare l’attenzione alla comprensione ed espressione linguistica specifica di ognuno, senza valorizzare in alcun modo l’iter svolto fin qui dalle scuole, nella formazione delle docenti all’insegnamento dell’italiano come seconda lingua, nella strutturazione di percorsi didattici appropriati, nel mettere in campo progetti di accoglienza efficaci per gli alunni e le loro famiglie.
Intorno al tema dell’accoglienza e integrazione degli stranieri c’è un fermento di iniziative e percorsi di successo nelle scuole di tutta Italia, che dovrebbe essere di modello anche ad altri ambiti della società. Una cosa sola la scuola italiana ha sempre saputo fare e ci viene riconosciuta da tutta Europa come un eccellenza soprattutto della nostra scuola elementare e d'infanzia, integrare le differenze.
Dopo aver alfabetizzato migliaia e migliaia di analfabeti, dopo aver integrato qualsiasi diversa abilità all’interno della scuola, qualsiasi handicap, le insegnanti e gli insegnanti Italiani stavano già rispondendo con successo alla modificazione sociale portata dai recenti flussi migratori, con la fatica tipica di chi sa di essere immesso in una dimensione nuova e dunque sperimentale.
La scuola italiana ha dimostrato di saper rispondere alle trasformazioni della società e la sua storia lo dimostra. Servono risorse alla scuola per consentirgli di affrontare le complessità sociali e crescere in qualità, non classi modello costruite a tavolino specchio di società modello che non esistono. Vogliamo educare i bambini e i ragazzi a vivere con presenza e capacità il mondo che li circonda. Cosa dovremmo fare con i bambini che risiedono nei quartieri ad alta incidenza di cittadini stranieri, tappargli gli occhi e le orecchie ogni tre persone di pelle scura che incontrano? Noi crediamo che proprio loro saranno i più preparati ad affrontare il mondo di domani.
Le scuole immerse in quartieri ad alta concentrazione migratoria dovrebbero essere sostenute come scuole pioniere, apri pista di sperimentazione pedagogica e dovrebbe essere loro riconosciuto e sostenuto dalle istituzione l’enorme lavoro di mediazione sociale che svolgono sui territori.
Con la scuola dell’autonomia le famiglie hanno il diritto di iscrivere i figli nella scuola che ritengono opportuna, creare degli sbarramenti in base al colore della pelle o al suono del cognome è discriminatorio, razzista e anti-costituzionale.
Non riconoscendo ai bambini nati qui la cittadinanza italiana, limitandone l’accesso nelle nostre scuole ci stiamo macchiando dell’odiosa responsabilità di creare una discriminazione alla nascita nei futuri adulti della nostra società e instilliamo in tutti i bambini, italiani e non, un razzismo sottile con il quale non è auspicabile che crescano.
- CITTADINANZA PER I FIGLI DEGLI STRANIERI NATI IN ITALIA
- ABOLIZIONE DI QUALSIASI RIFERIMENTO A UN TETTO PERCENTUALE PER GLI ALUNNI D’ ORIGINE STRANIERA ALL’INTERNO DELLE CLASSI
- SOSTEGNO ALLE SCUOLE DI “FRONTIERA” PER L’IMPEGNO NELLA SPERIMENTAZIONE DIDATTICO/PEDAGOGICA E PER L’IMPORTANTE RUOLO DI MEDIAZIONE SOCIALE CHE SVOLGONO
APPELLO “NON UNO DI MENO”
Promotori:
Osservatorio antirazzista Pigneto/Prenestino, Associazione Progetto diritti, Asinitas onlus.
L’attuale legge sulla cittadinanza in vigore in Italia oltre ad essere tra le più restrittive d’Europa rivela il suo aspetto discriminatorio in particolar modo riguardo ai bambini di origine straniera nati sul territorio nazionale. Dopo essere nati e cresciuti qui al pari dei nostri figli, debbono aspettare il compimento del diciottesimo anno di età e compiere estenuanti trafile burocratiche e infiniti tempi di attesa per il riconoscimento legale di un loro naturale diritto, quello di vivere, crescere e immaginare il loro futuro nel luogo dove sono nati.
Una recente disposizione del Ministero dell’Istruzione prevede un tetto percentuale del 30% per gli alunni di origine straniera all’interno delle classi, di qualsiasi ordine e grado dalla scuola d’infanzia alla scuola superiore, senza specificare se il provvedimento debba riguardare i bambini nati in Italia al pari di quelli arrivati con la propria famiglia da poco tempo, senza specificare l’attenzione alla comprensione ed espressione linguistica specifica di ognuno, senza valorizzare in alcun modo l’iter svolto fin qui dalle scuole, nella formazione delle docenti all’insegnamento dell’italiano come seconda lingua, nella strutturazione di percorsi didattici appropriati, nel mettere in campo progetti di accoglienza efficaci per gli alunni e le loro famiglie.
Intorno al tema dell’accoglienza e integrazione degli stranieri c’è un fermento di iniziative e percorsi di successo nelle scuole di tutta Italia, che dovrebbe essere di modello anche ad altri ambiti della società. Una cosa sola la scuola italiana ha sempre saputo fare e ci viene riconosciuta da tutta Europa come un eccellenza soprattutto della nostra scuola elementare e d'infanzia, integrare le differenze.
Dopo aver alfabetizzato migliaia e migliaia di analfabeti, dopo aver integrato qualsiasi diversa abilità all’interno della scuola, qualsiasi handicap, le insegnanti e gli insegnanti Italiani stavano già rispondendo con successo alla modificazione sociale portata dai recenti flussi migratori, con la fatica tipica di chi sa di essere immesso in una dimensione nuova e dunque sperimentale.
La scuola italiana ha dimostrato di saper rispondere alle trasformazioni della società e la sua storia lo dimostra. Servono risorse alla scuola per consentirgli di affrontare le complessità sociali e crescere in qualità, non classi modello costruite a tavolino specchio di società modello che non esistono. Vogliamo educare i bambini e i ragazzi a vivere con presenza e capacità il mondo che li circonda. Cosa dovremmo fare con i bambini che risiedono nei quartieri ad alta incidenza di cittadini stranieri, tappargli gli occhi e le orecchie ogni tre persone di pelle scura che incontrano? Noi crediamo che proprio loro saranno i più preparati ad affrontare il mondo di domani.
Le scuole immerse in quartieri ad alta concentrazione migratoria dovrebbero essere sostenute come scuole pioniere, apri pista di sperimentazione pedagogica e dovrebbe essere loro riconosciuto e sostenuto dalle istituzione l’enorme lavoro di mediazione sociale che svolgono sui territori.
Con la scuola dell’autonomia le famiglie hanno il diritto di iscrivere i figli nella scuola che ritengono opportuna, creare degli sbarramenti in base al colore della pelle o al suono del cognome è discriminatorio, razzista e anti-costituzionale.
Non riconoscendo ai bambini nati qui la cittadinanza italiana, limitandone l’accesso nelle nostre scuole ci stiamo macchiando dell’odiosa responsabilità di creare una discriminazione alla nascita nei futuri adulti della nostra società e instilliamo in tutti i bambini, italiani e non, un razzismo sottile con il quale non è auspicabile che crescano.
Chiediamo al nostro governo:
- CITTADINANZA PER I FIGLI DEGLI STRANIERI NATI IN ITALIA
- ABOLIZIONE DI QUALSIASI RIFERIMENTO A UN TETTO PERCENTUALE PER GLI ALUNNI D’ ORIGINE STRANIERA ALL’INTERNO DELLE CLASSI
- SOSTEGNO ALLE SCUOLE DI “FRONTIERA” PER L’IMPEGNO NELLA SPERIMENTAZIONE DIDATTICO/PEDAGOGICA E PER L’IMPORTANTE RUOLO DI MEDIAZIONE SOCIALE CHE SVOLGONO
Monday, June 28, 2010
Scarica le cartoline di Orecchio Acerbo
Una recente norma del ministro dell’istruzione fissa un tetto massimo di alunni stranieri al 30% nelle classi. Non importa se sono nati o no in Italia, da quanto tempo vi abitino i loro genitori, non importa se sono italofoni o meno: il problema è la nazionalità della loro famiglia.
"Una scuola Italiana" si snoda a Roma, all’interno della Carlo Pisacane, una "scuola/scandalo", perché gli alunni di origine straniera arrivano a superare l’80%. Scuola per questo definita ghetto dalla stampa e dalla politica nazionale.
La riflessione pedagogica di chi ci lavora, il disarmante calore che vi si respira all’interno, ma soprattutto gli sguardi e l’amicizia dei bambini che la frequentano, la collocano invece immediatamente dentro la migliore tradizione pedagogica italiana lasciandoci solo una domanda: fino a quando vorremmo considerare questi bambini stranieri?
***
La scuola Carlo Pisacane ha dato scandalo per la sua alta incidenza di alunni stranieri ed è diventata il simbolo del conflitto sociale che si va via via intensificando nel quartiere di Tor Pignattara/Marranella a Roma. Un quartiere in trasformazione per l’accrescersi e l’espandersi delle comunità straniere sul territorio. La scuola Pisacane, con le associazioni impegnate al suo interno, è stata per anni simbolo dell’integrazione tra le diverse comunità, attivando felici occasioni di incontro e di scambio e percorsi di reciproca conoscenza. Da qualche anno però i valori sembrano essersi rovesciati, quello che prima appariva come auspicabile è diventato qualcosa da nascondere, rifuggire se non perseguire con politiche mirate. Nel giro di due anni l’Altro, lo straniero, va respinto, si dice: “non ci permette di educare i nostri figli secondo le nostre tradizioni, abbassa la qualità dei nostri contesti di vita, usurpa le nostre risorse”. Mentre le politiche del governo sdoganano la guerra tra poveri, una recente norma del ministro Gelmini fissa il tetto massimo di alunni stranieri nelle classi al 30%. La scuola Pisacane è una scuola italiana, la maggior parte dei suoi alunni sono nati in Italia da famiglia immigrate qui 20 o 30 anni fa. Molti di loro non scrivono, né comprendono nemmeno la lingua dei loro genitori, non hanno mai visitato il loro paese d’origine. Il film segue le attività dell’associazione Asinitas e incontra maestre che svolgono il loro lavoro con una saggezza e un calore disarmanti, garantendo ai bambini una nicchia di “meraviglia”, mentre muovono i primi passi nel complesso mondo sociale che accoglierà la loro crescita. Fino a quando li chiameremo stranieri?
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